Tumore della prostata: Biopsia della Prostata con tecnica Fusion e percorso terapeutico integrato

Tumore della prostata: Biopsia della Prostata con tecnica Fusion e percorso terapeutico integrato
La tecnica Fusione è una metodica innovativa che consente la mappatura particolarmente dettagliata delle lesioni sospette della prostata con una migliore precisione ed accuratezza diagnostica per il paziente.

Ne abbiamo parlato con il dott. Umberto Carbonara, urologo dell’équipe dell’U.O. di Urologia di Ospedale Santa Maria, a Bari. La struttura si pone come Centro di riferimento per la patologia prostatica oncologica: il paziente con PSA (Antigene Prostatico Specifico) aumentato viene preso in carico e seguito lungo tutto un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato e integrato.

Cos’è la Biopsia della Prostata Fusion e quando si esegue

La Biopsia Prostatica Fusion è una biopsia transperineale ecoguidata della prostata eseguita con tecnica Fusion.
Viene consigliata dal medico di base o dallo specialista dopo una Risonanza Magnetica Multiparametrica della prostata positiva che pone indicazioni alla biopsia. In particolare, il paziente puo presentare:
  • PSA aumentato (maggiore di 4);
  • RMN Multiparametrica con lesioni PIRADS con punteggio di 4 o 5, ma anche di 3 con fattori di rischio (scala che indica quanto un reperto riscontrato in risonanza sia sospetto di essere un tumore prostatico);
  • Familiarità con il tumore alla prostata;
  • Presenza di altri fattori di rischio (età anagrafica sopra i 50 anni e fumo di sigaretta);
  • Esplorazione digitorettale positiva durante la visita specialistica.

I vantaggi della tecnica Fusion

La Biopsia Prostatica Fusion è caratterizzata dalla sovrapposizione e fusione delle scansioni della Risonanza Magnetica con l’ecografia prostatica durante la procedura di biopsia. Questa tecnologia permette prelievi di campioni estremamente specifici e mirati per mappare la lesione sospetta. Anche i restanti quadranti della prostata vengono analizzati per completezza diagnostica.

Presso Ospedale Santa Maria, la biopsia Fusion è eseguita per via perineale. Grazie all’utilizzo di questa via, diminuiscono i processi di flogosi e viene ridotto il dolore associato a questa procedura. 

Un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato

Presso Ospedale Santa Maria si esegue la Biopsia Prostatica Fusion tenendo conto della soglia del dolore del singolo paziente. Il paziente può scegliere di eseguire la biopsia della prostata Fusion con diversi tipi di anestesia ed analgesia: in anestesia locale, in sedazione e in spinale, per garantire il minor dolore e fastidio possibile al paziente e il minor tempo di permanenza in struttura.

Il paziente, dopo la biopsia, è in grado in giornata (dopo un’ora in caso di anestesia locale o sedazione, dopo solo  4 ore in caso di spinale) di tornare a casa senza catetere e, in casi selezionati, senza dover ricorrere alla terapia antibiotica.

I trattamenti

Come Centro di riferimento per la patologia prostatica oncologica, Ospedale Santa Maria predispone prima e dopo la diagnosi dei percorsi altamente personalizzati, a partire dai controlli seriati con visita uro-oncologica in caso di PSA positivo (si tratta, infatti, di un marcatore non specifico per il tumore, e un valore fuori dal normale può indicare anche altri potenziali problemi alla prostata).

Con biopsia positiva, un team multidisciplinare dedicato valuta il paziente in base a stadio e grado della patologia, optando per diverse soluzioni, caso per caso, dalla sorveglianza attiva con RM, Biopsia e PSA di controllo ai trattamenti come la prostatectomia radicale robotica con sistema Hugo. In fase di patologia avanzata, l’urologo o l’uroncologo con l’oncologo clinico potrebbero optare per le terapie ormonali o chemioterapie.
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Revisione medica a cura di: Dott. Umberto Carbonara

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